Salute mentale: l’importanza degli operatori e le preoccupazioni per il futuro. A quarant’anni dalla ‘Legge Basaglia’, il Consorzio Auriga ha promosso una giornata di incontro dove è emersa la centralità della ‘comunità’ e le problematiche relative alla mancanza di risorse
Una celebrazione particolare per i quarant’anni dalla promulgazione della Legge Basaglia che, nel 1978, ha sancito la chiusura dei manicomi, quella che il Consorzio Auriga ha organizzato nella giornata di venerdì 23 novembre presso la Sala Congressi della Camera di Commercio di Perugia.
“Anche il Consorzio Auriga – ha dichiarato la Presidente Liana Cicchi – ha voluto ricordare a suo modo i quarant’ anni dalla legge 180 del 1978, e lo abbiamo fatto in maniera un po’ diversa, con dei tavoli di confronto dove esponenti delle istituzioni e del mondo della psichiatria a livello regionale e nazionale si confrontano e riflettono su quello che è stato fatto in questi quarant’anni e su quello che ancora resta da fare”.
“Il taglio diverso – ha proseguito la Cicchi – che abbiamo voluto dare a questa giornata è parlare degli operatori, che in questi quarant’ anni silenziosamente si sono presi cura di coloro che hanno un disagio psichico. Il nostro vuole essere un modo diverso per far capire quanto è importante il ruolo degli operatori. Il titolo di questo convegno è “Ho scelto di lavorare in salute mentale”. Forse non tutti lo avranno scelto ma hanno scelto comunque di continuare a farlo e questo credo sia il messaggio importante da dare, perché sicuramente il lavoro degli operatori è un lavoro fatto di relazioni e di empatia insieme anche ad un assetto organizzativo importante, che è parte fondamentale della cura di coloro che hanno un disagio psichico. Il consorzio Auriga – ha ricordato la Presidente – è nato nel 1994 ma le cooperative che aderiscono al consorzio già negli anni ‘70/‘80 hanno dato un contributo importante per costruire questa rete di servizi in salute mentale”.
La Cicchi ha poi gettato lo guardo al futuro e ha ricordato che, per quanto certamente molto sia stato fatto, ancora tanto rimane da fare.
“La 180 – ha chiosato la Presidente di Auriga – sarà davvero compiuta quando tutti quando tutti gli aspetti della vita del malato saranno risolti: non solo un bisogno di salute ma anche un bisogno di socialità, di lavoro, di casa, tutto quello che può essere intorno alla sfera della persona”.
Nel corso della giornata molti sono stati i racconti e le testimonianze condivise dagli operatori che hanno scelto di dedicare la loro vita alle persone affette da disabilità mentali e in sala si sono susseguiti momenti di grande commozione.
A prendere la parola anche il Direttore del Dipartimento Salute Mentale Usl Umbria 1, Dott.ssa Maria Patrizia Lorenzetti, che ha ricordato che l’Umbria è stata tra le prime regioni a iniziare la lotta all’istituzione manicomiale.
“Noi umbri – ha dichiarato la Dott.ssa Lorenzetti – siamo abituati a vivere in una condizione di particolare collaborazione tra servizi di salute mentale, tra servizi sociali, la rete delle risorse della società per poter garantire a queste persone che la legge 180 ha rimesso a pieno titolo all’interno della malattia in quanto argomento di competenza della medicina e quindi del sistema sanitario nazionale che nasceva in quel momento. Di fatto da allora – ha proseguito il Direttore del Dipartimento Salute Mentale Usl Umbria 1 – sono stati fatti grandissimi passi avanti”.
La Lorenzetti non ha mancato poi di sottolineare quanto l’attuale situazione economica-finanziaria possa compromettere seriamente il lavoro nel campo della salute mentale.
“In questo momento viviamo purtroppo una situazione di grande difficoltà dal punto di vista economico finanziario che potrebbe produrre degli effetti devastanti su questo sistema qualitativo. Noi abbiamo mantenuto un sistema che è stato qualitativo quindi rispetto ad altre regioni, che magari sono state meno fortunate della nostra o comunque meno capaci, e ci troviamo in una posizione peggiore perché vivremo una potenziale riduzione della potenza di risposta dei servizi e della capacità della società insieme di garantire alle persone con disagio mentale di rimanere tra noi a pieno titolo”.
Più positiva è stata invece l’Assessore ai Servizi Sociali e alla famiglia del Comune di Perugia, Edi Cicchi, da sempre impegnata del sociale:
“Il futuro non ci deve spaventare se abbiamo la capacità di costruire una rete. Abbiamo avuto un passato che è stato quello della chiusura degli ospedali psichiatrici e il lavoro sullo stigma di quello che è la malattia mentale. Poi c’è un presente fatto di persone che hanno un bisogno e anche delle loro famiglie. Noi abbiamo una ricchezza che nel passato non la consideravamo perché tutte le persone che uscivano dall’ospedale psichiatrico erano praticamente tutte senza la famiglia e quindi c’era bisogno di residenze per ospitarle, che poi sono diventate le loro case e questo è stato importante”.
L’assessore non ha mancato di ricordare quanto il territorio, la comunità, siano fattori imprescindibili quando si tratta di tematiche sociali così rilevanti come quelle legate alla salute mentale:
“Abbiamo una risorsa che è il territorio, la comunità, che si deve prendere cura delle persone: questo credo sia un punto di partenza importante. Lo abbiamo fatto con la Rete del Sollievo, alla quale tante associazioni hanno aderito. Abbiamo visto che attraverso il Fondo Sociale Europeo avevamo come target da raggiungere ventotto persone nel 2023, invece abbiamo raggiunto trenta persone nel 2018: questo significa che c’è un bisogno di vita indipendente, che non significa non avere nessuno intorno ma una vita indipendente all’interno della città, che accoglie e che è anche attenta alle problematiche che emergono, come quella dei minori, degli adolescenti che sono sempre più in difficoltà. La cooperazione – ha concluso l’Assessore Edi Chicchi – si deve dunque interrogare, insieme all’amministrazione, come ha sempre fatto, per dare le risposte migliori ai cittadini”.
Una giornata intensa dunque quella andata in scena presso la Camera di Commercio di Perugia, che è iniziata nella mattinata ed ha impegnato, con due tavole rotonde, anche l’intero pomeriggio.
Una tematica delicata e sempre attuale quella della salute mentale, che impone la riflessione e la cooperazione, perché se nel futuro le ristrettezze economiche potrebbero ridurre la potenza dei servizi in questo campo, il punto di partenza rimane la comunità, che continuerà a prendersi cura delle persone.